Tifo esantematico

Il tifo esantematico, detto anche tifo petecchiale, è una malattia infettiva dovuta alla Rickettsia prowazecki, un germe che viene trasmesso all'uomo mediante le feci di pidocchio (Pediculus corporis) infetto.

In passato, soprattutto a seguito di guerre o carestie che compromettevano le condizioni igienico-sanitarie delle popolazioni, la malattia era molto frequente, anche in Europa. Oggi si verificano solo casi limitati o piccoli focolai, soprattutto in Africa, Sud-Est asiatico, America Latina, Europa dell'Est. Una epidemia importante si è verificata in Burundi nel 1997.

La malattia riguarda esclusivamente l'uomo; non esistono infatti serbatoi animali. 

La trasmissione da un individuo all'altro avviene allorchè il pidocchio sugge il sangue di un individuo infetto e deposita le feci sulla pelle o sulle mucose di un individuo sano. La rickettsia presente nelle feci penetra nell'individuo sano attraverso le lesioni da grattamento o, più raramente, attraverso le mucose.

Dopo un periodo di incubazione di circa 2 settimane la malattia esordisce bruscamente con febbre, cefalea, congestione congiuntivale, dolori muscolari e ossei, stato di grave prostrazione, stato stuporoso ed eruzione di tipo petecchiale che si estende dal tronco agli arti. Nei casi benigni la febbre cessa dopo un paio di settimane e l'esantema scompare. Nei casi gravi si possono avere complicazioni neurologiche, cardiache o renali.

Una forma più benigna può aversi in soggetti parzialmente immuni, per riattivazione di rickettsie rimaste allo stato latente; si tratta della malattia di Brill-Zinsser.

La diagnosi si fa con le indagini di laboratorio sul siero del paziente (Reazione di Weil -Felix per la ricerca degli anticorpi aspecifici, reazione di ELISA, per gli anticorpi specifici).

La prevenzione si basa su:

Lotta al pidocchio mediante disinfestazione dei malati, dei contatti e degli effetti personali e letterecci.

Vaccinazione; esistono vaccini con germi vivi e attenuati e vaccini con germi uccisi.

Chemioprofilassi con tetraciclina, in caso di epidemia.

Per i malati il trattamento può farsi con tetracicline, cloramfenicolo, doxiciclina.

 

 

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