E'
una malattia infettiva dovuta a un batterio (spirocheta) detto Borrelia
Burgdorferi. La trasmissione della malattia avviene in genere dall'animale
infetto (cervi, cani o altri mammiferi) all'uomo, mediante la puntura di
una zecca (Ixodes ricinus).
Fu
individuata per la prima volta negli USA, nello stato del Connecticut nel
1975. E' diffusa in Europa, USA, Russia,
Cina, Giappone, Australia, con
incidenza nel periodo estivo.
Dopo
un periodo di incubazione variabile da 3 a 32 giorni dalla puntura della
zecca infetta, il soggetto presenta, nella sede della puntura, una macula
o una papula di colore rosso, di consistenza dura al centro che si espande
fino ad un diametro di diversi centimetri. Spesso si producono altre lesioni
cutanee secondarie in altre sedi, a causa della migrazione del germe (eritema
cronico migrante). A ciò si associa frequentemente un quadro
clinico simil-influenzale, caratterizzato da febbre, mal di testa, malessere,
stanchezza e dolori muscolari. In alcuni casi segue,
dopo alcune settimane o anche mesi, la comparsa di disturbi neurologici
o cardiaci o, più spesso, articolari, per
la localizzazione secondaria del parassita nei rispettivi organi.
La
diagnosi si basa sull'anamnesi (pregressa puntura di zecca), sul quadro
clinico e su vari test sierologici (ricerca di anticorpi specifici antispirocheta),
tra cui l'immunofluorescenza e il test ELISA.
La
terapia consiste nella somministrazione di
doxiciclina o tetracicline o
amoxicillina . Nelle complicanze neurologiche si somministrano per via
endovenosa cefalosporine di terza/quarta generazione o penicillina G.
La
profilassi consiste nell'evitare le punture di zecche utilizzando abiti
lunghi, di tessuto resistente e stivali quando si va in zone boschive o
rurali a rischio. L'asportazione della zecca dalla pelle va effettuata
con cautela e preferibilmente da un medico: dopo aver cosparso la zecca
con alcool o etere la si stacca dolcemente con una pinzetta. In alcuni
casi può essere fatto il trattamento antibiotico preventivo.